Wasp Crew – La Salvezza

Wasp Crew – La Salvezza

Autore: Carina Sabau

Wasp Crew – La Salvezza – opera murale – 10m x 6m

Fu una delle prime produzioni artistiche realizzata al di fuori dello schema del binomio puppet/lettering del graffiti-writing, tramite cui i due artisti intrapresero un nuovo percorso sperimentale, incentrato su un linguaggio stilistico maggiormente espressivo.

Il cambiamento di rotta artistico, avvenuto in maniera graduale, fu dettato da nuove esigenze interiori dei due membri sorte in seguito alle incertezze politiche e sociali contemporanee. La fonte d’ispirazione per la realizzazione di tale murales è stata principalmente la “Zattera della medusa” di Théodore Géricault (1792-1824), una delle opere più celebri dell’arte occidentale riguardante un fatto di cronaca. Lo scopo del pittore fu quello di raffigurare il naufragio della fregata francese la Mèduse del 1816 durante il quale i naufraghi, ormai stremati e senza cibo, furono costretti a compiere azioni disumane per poter sopravvivere, cibandosi dei cadaveri dei loro compagni.

Parallelamente all’accaduto del 1816, il progetto de “La salvezza” racconta la tragedia che riguarda i profughi della nostra epoca, con l’intenzione di raccontare un dramma sociale che spesso viene sottovalutato. Una delle differenze a livello stilistico e rappresentativo rispetto all’opera originale è la presenza di Caronte sulla destra, il traghettatore che accompagna le anime dei morti da una sponda all’altra del fiume Acheronte, simbolo associato al mondo degli Inferi. La figura del traghettatore può essere associata all’attuale scafista, colui che trasporta i migranti irregolari sulla terraferma.

Un ulteriore riferimento estremamente simbolico è “La porta di Lampedusa, Porto d’Europa” di Domenico Paladino, memoriale dedicato a tutti i migranti che hanno perso la vita in mare. Il monumento, e la sua rappresentazione nell’opera della Wasp crew, ha lo scopo di custodire e tramandare alle generazioni future la strage disumana, spesso trascurata sia dalla società sia dalla politica, dei migranti deceduti e dispersi in mare, di quegli stessi migranti che avevano intrapreso un viaggio colmo di rischi per trovare una vita migliore nel continente europeo.

Wasp Crew - La Salvezza

Wasp Crew – Biografia

La Wasp, acronimo che deriva da “Writing and Sketching Projects”, è una crew fondata nel 2007 ed è attualmente formata da Edoardo Kucich, o Eddyone, e Gabriele Guareschi, conosciuto come Ride. L’indipendenza artistica dei due membri ha favorito lo sviluppo e la sperimentazione di nuove tecniche, a partire dal tipico binomio puppet/lettering del graffiti-writing fino al raggiungimento di un linguaggio artistico e stilistico maggiormente personale ed espressivo. Oltre alla realizzazione di murales, la Wasp crew si è immedesimata anche nella sperimentazione su tela, come si può osservare con la loro partecipazione alla mostra China goes urban tramite la creazione dell’opera “Cavallo celeste” esposta nel dicembre 2020 al Museo d’Arte Orientale di Torino. Attraverso la realizzazione di tale opera, caratterizzata da commistione di tecniche innovative, interesse nell’arte orientale e nuovi stimoli personali, i due artisti si sono ritrovati a lavorare fuori dal proprio contesto abituale sia per il luogo sia per la tecnica. 

La versatilità della Wasp Crew è dettata anche dall’esecuzione di opere riguardanti tematiche socio-politiche e psicologiche, a dimostrazione del fatto che l’arte possa essere considerata uno strumento di propaganda culturale e sociale. Dai murales incentrati sui malesseri che affliggono le società del Ventunesimo secolo, quali la frustrazione, l’incertezza e la costante preoccupazione per il futuro, la produzione artistica si è focalizzata anche su tematiche politiche come la guerra in Ucraina, rappresentata artisticamente attraverso la scritta “Crimea” con la tecnica del lettering durante una jam al Parco Dora di Torino. 

L’intento primario dei due artisti,  oltre alla comunicazione delle proprie posizioni politiche e sociali, è quello di far sorgere una nuova consapevolezza nel pubblico osservante nei confronti dei murales, e dell’arte in generale, per mezzo delle loro creazioni e dimostrare come l’arte non sia quasi mai totalmente estranea alle questioni dell’epoca contemporanea.

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Nice and the Fox - Growing each other - GOAL 4 - Istruzione di qualità

L’opera, realizzata sulla parete esterna dell’Istituto Comprensivo del Comune di Brusasco, si rivolge ai più piccoli e ha l’intento di illustrare l’importanza del rientro a scuola e della didattica in presenza.

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I Pinguini di Pao

I Pinguini di Pao

Autore: Carina Sabau

Pinguini – opera su arredi urbani

Paolo Bordino, in arte PAO, nato a Milano il 28 ottobre 1977, si affaccia nel mondo della street art nel 2000 con un approccio creativo e innovativo.

La sua fama si è diffusa in maniera significativa per merito delle sue opere, tra cui i famosi pinguini dipinti sui paracarri.

Scrive il Corriere della Sera: “Primi anni Duemila: a sorpresa, negli angoli più disparati della città, paracarri di triste cemento grigio si vestono di colore e si trasformano in buffi pinguini”. Infatti, uno degli scopi principali del noto writer è quello di re-interpretare i contesti urbani, donando loro nuovi colori e nuovi aspetti distaccati dal grigiore e austerità della città.

PAO, definito come “colui che dipinge i pinguini”, ha ridato un nuovo aspetto giocoso alla città, attirando la curiosità dei passanti, dai più grandi ai più piccoli. Persino l’artista stesso è rimasto stupefatto dalla notorietà derivatagli dalla creazione di questi simpatici personaggi, nati inizialmente un po’ per gioco, un po’ per un ideale di riprendersi gli spazi che la città ha sottratto a ogni cittadino e per sfuggire al senso di oppressione che lo spazio urbano offre. l

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La produzione artistica di PAO non si è limitata esclusivamente alla street art ma si è prestata anche alla partecipazione a mostre temporanee o a mostre personali create e curate direttamente dall’artista, come “Mondotondo”, svoltasi nel 2010. Durante tale mostra, Pao ha presentato 40 opere includendo anche dipinti su tela, sculture, opere su vetroresina e così di seguito. Anche in questa occasione, l’artista ha confermato il suo spirito giocoso creando un mondo immaginario abitato non solo dai celebri pinguini, ma anche da coccodrilli, mostri e animali che hanno lo scopo di trasportare lo spettatore e la spettatrice in una realtà fantastica e vivace. 

Da pinguini in vesti di James 007, imitazione del famoso agente segreto James Bond, a quelli un po’ ribelli decorati con borchie e sguardo risoluto, PAO ha costruito una vera e propria colonia di questi simpatici, e spesso buffi, personaggi.

Tale realtà è stata introdotta anche nel contesto chivassese, intervento realizzato grazie al contributo e al sostegno di Alternative Karming A.P.S., in collaborazione con il Comune di Chivasso, Libera Nomi e Numeri contro la Mafia, Biblioteca civica MOME, Unipol SAI – Agenzia Colia, XXL Cafè.

Sicuramente, ciò che è facilmente deducibile dalla contemplazione di questi nuovi “eroi” non convenzionali è la spensieratezza dell’artista, trasmessa direttamente al pubblico osservante. 

 

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Ozmo – Visione di Tondalo

Ozmo – Visione di Tondalo

Autore: Bianca Ciceri

Visione di Tondalo

Al SAMO di Torino Ozmo ha realizzato un’imponente pittura murale ricontestualizzando in chiave contemporanea un’immagine classica.

In quest’opera Ozmo si ispira a una tavola rinascimentale della scuola di Bosch, la quale a sua volta prende spunto da un poema “La Visione di Tondalo”, nel quale viene raccontato il viaggio onirico di un cavaliere irlandese del XII secolo.

In quest’opera in cui il male è raccontato attraverso una visione allucinogena i particolari sono molti: in una città in fiamme avvolta dall’oscurità si intravede la Mole, simbolo di Torino, creature e mostri si divertono a terrorizzare e infilzare uomini e donne.

L’opera è stata realizzata con il contributo e supporto dell’Associazione Culturale Alternative Karming, in collaborazione con il Comune di Chivasso, Libera Nomi e Numeri contro la Mafia, Biblioteca Civica MOME, Unipol Sai- Agenzia Colia e XXL Cafè.

Ozmo - Visione di Tondalo

Ozmo – Biografia

Gionata Gesi, in arte OZMO, nasce a Pontedera (Pisa) nel 1975. 

È considerato uno dei pionieri della Street Art in Italia poiché fu uno dei primi a utilizzare questa forma artistica.

Il suo percorso inizia a Firenze dove si forma presso l’Accademia di Belle Arti e, dopo un esordio nel mondo del fumetto, si dedica alla pittura e al writing.

Nei primi anni Duemila si trasferisce a Milano dove, oltre a una collaborazione con il mondo delle gallerie, contribuisce alla nascita di un nuovo tipo di arte. Insieme ad altri artisti quali Bo130, Microbo, 2501 e Abbominevole dà inizio a una nuova fase dell’arte urbana nella quale oltre alle bombolette spray vengono utilizzati pennelli, sticker, stencil e poster.

A Milano firma opere in spazi alternativi e centri sociali come il Leoncavallo dove realizza, nel 2007, una delle sue opere murali più importanti, definita “La Cappella Sistina della contemporaneità”. Sarà proprio questo lavoro a essere fotografato e scelto, a sua insaputa, come copertina del libro I graffiti del Leoncavallo edito da Skira.

Dopo un esordio internazionale in Usa e in Messico, nel 2008 Ozmo viene scelto Absolut per i suoi progetti Absolut Wallpaper e Absolut Wall, due imponenti wall painting realizzati rispettivamente alle Colonne di San Lorenzo a Milano e all’Ex Mattatoio al Testaccio di Roma.

Tra i numerosi progetti dell’artista: un’opera di 300 mq nel centro storico di Danzica in Polonia, la partecipazione alla Moscow Young Biennial, chiamato come artista rappresentante l’Italia in Russia, un wall painting di oltre 40 metri a Foligno e nel 2011 un intervento, realizzato a Londra nel quartiere di Shoreditch, “Big Fish Eats Small Fish”. Sempre nel 2011, presso la Fabbrica del Vapore di Milano, Ozmo firma l’istallazione “Still Death”, realizzata su pvc trasparente.

Nel Febbraio del 2012 l’artista espone nel foyer del Museo del Novecento in piazza Duomo, a Milano, il Pre- Giudizio Universale, una rassegna delle sue istallazioni più significative.

Nel novembre del 2012 a Roma, sulla terrazza del Museo di Arte Contemporanea, Ozmo realizza uno dei suoi più importanti lavori: un wallpainting di 300mq nel centro della capitale intitolato “Voi valete più di molti passeri!”.

Il 2012 si chiude con un ritorno presso la sua regione d’origine, la Toscana, dove realizza presso uno spazio comunale a Pisa il dipinto murale di 10mx5m, “Ritratto di Pì”, in occasione della mostra “Donne Cavalieri Incanti Follia” organizzata dalla Scuola Normale Superiore e dal Comune di Pisa.

Nel 2014 l’Enciclopedia Treccani dedica una pagina all’artista.

Sempre nel 2014 presso Breno, un piccolo comune della Val Camonica, Ozmo realizza un’opera monumentale su una parete di circa 500 metri quadrati. L’opera è un omaggio alla dea Minerva che si erge sui tetti delle case del paese.

Nel 2015 diventa direttore artistico del festival internazionale di muralismo “Wall in Art. Muri d’arte nella Valle dei Segni”, un progetto che ha portato arte rupestre e urban art a incontrarsi in un dialogo aperto e innovativo nel cuore della Val Camonica.

Nel 2019 è il primo artista italiano incaricato istituzionalmente di realizzare un intervento di arte urbana sulla parete esterna di un tribunale italiano, a Rieti.

Tra il 2013 e il 2018 ha realizzato opere in Brasile, Capo Verde, Chicago, Shanghai, Chengdu, New York e Parigi.

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Ozmo – Minotauro

Ozmo – Minotauro

Autore: Bianca Ciceri

Minotauro – Opera Monumentale

Il Minotauro è un’opera murale di grandi dimensioni (28m x10m) realizzata sulla parete della biblioteca Mome di Chivasso.

Il nome dell’opera si rifà all’operazione “Minotauro”, la più importante inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte e nell’Italia del Nord.

In questo intervento Ozmo mostra come la società sia vittima degli stessi mostri di cui è artefice. 

Il mostro, protagonista della scena, è raffigurato di fronte a diverse persone, strette tra loro, pietrificate dalla paura e dall’angoscia.

La bilancia raffigurata sullo sfondo, accanto a un sole fluorescente, unisce le due differenti interpretazioni: la lotta al crimine e al male e la battaglia alla demonizzazione e al rifiuto del diverso sono prima di tutto battaglie per un giudizio equo e per una maggiore comprensione. In primis infatti è necessario conoscere per trovare il coraggio di combattere, respingendo la bestialità ma anche accogliendo il diverso.

L’opera è stata realizzata con il contributo e supporto dell’Associazione Culturale Alternative Karming, in collaborazione con il Comune di Chivasso, Libera Nomi, Numeri contro la Mafia, Biblioteca Civica MOME, Unipol Sai-Agenzia Colia e XXL Cafè.

Ozmo – Biografia

Howler Monkey Cru

Gionata Gesi, in arte OZMO, nasce a Pontedera (Pisa) nel 1975. 

È considerato uno dei pionieri della Street Art in Italia poiché fu uno dei primi a utilizzare questa forma artistica.

Il suo percorso inizia a Firenze dove si forma presso l’Accademia di Belle Arti e, dopo un esordio nel mondo del fumetto, si dedica alla pittura e al writing.

Nei primi anni Duemila si trasferisce a Milano dove, oltre a una collaborazione con il mondo delle gallerie, contribuisce alla nascita di un nuovo tipo di arte. Insieme ad altri artisti quali Bo130, Microbo, 2501 e Abbominevole dà inizio a una nuova fase dell’arte urbana nella quale oltre alle bombolette spray vengono utilizzati pennelli, sticker, stencil e poster.

A Milano firma opere in spazi alternativi e centri sociali come il Leoncavallo dove realizza, nel 2007, una delle sue opere murali più importanti, definita “La Cappella Sistina della contemporaneità”. Sarà proprio questo lavoro a essere fotografato e scelto, a sua insaputa, come copertina del libro I graffiti del Leoncavallo edito da Skira.

Dopo un esordio internazionale in Usa e in Messico, nel 2008 Ozmo viene scelto Absolut per i suoi progetti Absolut Wallpaper e Absolut Wall, due imponenti wall painting realizzati rispettivamente alle Colonne di San Lorenzo a Milano e all’Ex Mattatoio al Testaccio di Roma.

Tra i numerosi progetti dell’artista: un’opera di 300 mq nel centro storico di Danzica in Polonia, la partecipazione alla Moscow Young Biennial, chiamato come artista rappresentante l’Italia in Russia, un wall painting di oltre 40 metri a Foligno e nel 2011 un intervento, realizzato a Londra nel quartiere di Shoreditch, “Big Fish Eats Small Fish”. Sempre nel 2011, presso la Fabbrica del Vapore di Milano, Ozmo firma l’istallazione “Still Death”, realizzata su pvc trasparente.

Nel Febbraio del 2012 l’artista espone nel foyer del Museo del Novecento in piazza Duomo, a Milano, il Pre- Giudizio Universale, una rassegna delle sue istallazioni più significative.

Nel novembre del 2012 a Roma, sulla terrazza del Museo di Arte Contemporanea, Ozmo realizza uno dei suoi più importanti lavori: un wallpainting di 300mq nel centro della capitale intitolato “Voi valete più di molti passeri!”.

Il 2012 si chiude con un ritorno presso la sua regione d’origine, la Toscana, dove realizza presso uno spazio comunale a Pisa il dipinto murale di 10mx5m, “Ritratto di Pì”, in occasione della mostra “Donne Cavalieri Incanti Follia” organizzata dalla Scuola Normale Superiore e dal Comune di Pisa.

Nel 2014 l’Enciclopedia Treccani dedica una pagina all’artista.

Sempre nel 2014 presso Breno, un piccolo comune della Val Camonica, Ozmo realizza un’opera monumentale su una parete di circa 500 metri quadrati. L’opera è un omaggio alla dea Minerva che si erge sui tetti delle case del paese.

Nel 2015 diventa direttore artistico del festival internazionale di muralismo “Wall in Art. Muri d’arte nella Valle dei Segni”, un progetto che ha portato arte rupestre e urban art a incontrarsi in un dialogo aperto e innovativo nel cuore della Val Camonica.

Nel 2019 è il primo artista italiano incaricato istituzionalmente di realizzare un intervento di arte urbana sulla parete esterna di un tribunale italiano, a Rieti.

Tra il 2013 e il 2018 ha realizzato opere in Brasile, Capo Verde, Chicago, Shanghai, Chengdu, New York e Parigi.

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Mani Sporche: la prima edizione del festival

Mani Sporche: la prima edizione del festival

Autore: Eugenio Ciuffreda

Festival Urban Art Field (UAF) inaugura i suoi sforzi artistici con la prima edizione triennale 2015/2017 intitolata “Mani sporche” e dedicata alla lotta contro la mafia e tutte le forme di criminalità organizzate.

 

 

 

Lo scopo di questa prima edizione fu quello di veicolare alla cittadinanza del Comune di Chivasso un messaggio forte e inequivocabile, che mira ancora ora a evidenziare la sempre più crescente necessità di agire e schierarsi contro ogni forma di mafia e criminalità organizzataUn’edizione che ha voluto rendere indelebile sul tessuto urbano chivassese la vittoria di un’importante battaglia da parte della giustizia e di tutto il popolo piemontese contro l’Ndrangheta, con un’operazione che entrò nella storia della regione, l’operazione Minotauro. 

L’Operazione Minotauro, che vedeva indagate in totale 180 persone, molte delle quali raggruppate in nove localipermise ai carabinieri di Torino di arrestare 142 uomini, la maggior parte dei quali indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, dediti al traffico di droga, al controllo di bische clandestine, alle estorsioni e non solo. Un processo destinato ad entrare nella storia dimostrando inequivocabilmente la presenza dellandrangheta in Piemonte. L’indagine disegnò la mappa delle presenze mafiose nella provincia di Torino, individuando almeno 360 affiliati stimati dalla Procura, e, ancora più importante, ne rese noti gli affari e i rapporti con le amministrazioni locali. Un duro atto d’accusa alla politica piemontese e soprattutto ai politici che per anni hanno negato l’esistenza della mafia nel nord Italia.

Dopo questa memorabile vittoria, l’associazione Alternative Karming ha deciso di dedicare l’intervento principale della prima edizione del festival a questa importante operazione.

Combattere ogni forma di negoziato verso quel nemico intangibile che troppo spesso non rispetta i termini. Definire un confine tra indulgenza e infrazione. Mostrare i punti deboli di quel bastone, che non permette alle ruote del vivere civile di girare e farlo nel modo più eclatante. Questo è ciò che il progetto Urban Art Field vuole far giungere ai suoi utenti, in un’ottica creativa e critica”

Mani Sporche: gli artisti della prima edizione 

Nasce da questi temi lo slogan dell’edizione “Mani sporche”, che mira a evidenziare quei segni indelebili che rimangono nell’anima e nel corpo delle persone affiliate alle famiglie mafiose, in netta opposizione agli artisti, che sporcandosi le mani (di colore) rendono indelebili le loro opere capaci di raccontare la vittoria di una nuova battaglia contro la corruzione e l’omertà.

Tre street artist, Ozmo, Pao e Wasp Crew, realizzarono 7 interventi artistici su oltre 400 metri quadri nella Città di Chivasso e a Torino.

Ozmo – Minotauro – Biblioteca Civica MoMe 

Ozmo - Minotauro

Ozmo – Visione di Tondalo – EX Circolo Arci SAMO 

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Pao – Arredi urbani – Biblioteca Civica MoMe

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Wasp Crew – La Salvezza – Piazzale Liceo Isaac Newton

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